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Zona industriale in “trasparenza”: tra accessi complessi e files “corrotti”

Venerdì 15 marzo, presso la Biblioteca "Mons. Novembre", le studentesse del team Asoc1819 “Re-Start?” dell’IIS “Da Vinci – Agherbino” hanno incontrato e intervistato il prof. Novembre, direttore della testata giornalistica online Noci24.it, e il Senatore Piero Liuzzi, sindaco di Noci dal 2003 al 2013, al fine di una ricostruzione storico–amministrativa dell’opera pubblica di potenziamento e completamento infrastrutturale a supporto della zona industriale e della zona artigianale - cod. 2YPDMQ oggetto di monitoraggio da parte del gruppo di lavoro in particolare negli anni 2012 – 2015 corrispondenti all’erogazione dei finanziamenti dell’opera pubblica.

Sulle premesse della nascita dell’area di interesse si è compreso che prima del Fondo di rotazione di euro 1.666.204,18 erogato a favore del Comune di Noci la nostra amministrazione è riuscita ad ottenere un importo di 2,5 milioni di euro grazie alla partecipazione al Patto Polis del sud-est barese. Il Patto Polis è una società limitata a scopo consortile che ha come oggetto delle propria attività realizzare, recuperare e valorizzare opere e infrastrutture nel quadro delle iniziative destinate allo sviluppo locale. Grazie al Patto Polis il Comune di Noci ha realizzato la rete dei servizi, idrica e fognaria, insieme al cablaggio, ed ha provveduto a pagare gli espropri per realizzare le strade. La zona industriale nocese si è sviluppata in un tempo molto lungo, ben 35 anni destinati alle urbanizzazioni necessarie, alla valutazione e alla scelta dei vari accordi di programma anche in altri punti del territorio come nelle campagne perché, purtroppo, non vi erano aree appetibili sul piano economico nella nostra zona industriale in ragione dei prezzi praticati.

Resta aperto il quesito su quale sarà il destino dell’area industriale che ha, nella sua storia, vissuto diverse fasi evolutive. Come proiezione sul futuro, allo stato servirebbe prendere una seria iniziativa prevedendo un tavolo di stakeholders al fine di promuovere un’attività di concertazione tra Università, Regione, Politecnico Camera di commercio, Banche, cittadini e imprenditori; procedere con esproprio per pubblica utilità al fine di intervenire nella intermediazione nella domanda e offerta di suoli, perché i costi tropo alti praticati negli ultimi anni non favorirebbero gli interventi nell’area. Accanto agli espropri si potrebbe prevedere un’ipotesi di tassazione su suoli non utilizzati in modo da spingere i proprietari alla vendita, o all’avvio di un’attività. C’è da sottolineare che l’intervento di una pubblica amministrazione sul tessuto socio economico territoriale è parziale perché l’amministrazione non è un ente economico ma può di certo stimolare un’inversione di tendenza favorendo l’incontro, la collaborazione e il dialogo tra i diversi portatori di interessi locali.

 

Comunicato a cura dell'IIS “L. da Vinci – Agherbino”: Team ASOC1819 Re-start?

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